Svecchiare Givoletto
Uno dei compiti della nostra lista, in caso di affermazione alle prossime elezioni, sarà quello di “svecchiare” Givoletto. Cosa significa “svecchiare”? Quale senso vogliamo dare a questo termine? Svecchiare significa “ammodernare” “rimodernare” “rinnovare”. Credo il compito di chi amministra un paese non sia le mera gestione corrente della quotidianità. Chi amministra dovrebbe avere tra i suoi compiti quello di “svecchiare” nel senso proprio di guardare al futuro del paese, a chi verrà dopo di noi, i nostri figli principalmente: un giorno, loro, non saranno più i bambini o gli adolescenti di oggi ma gli adulti di domani e abbiamo il compito di trasmettere loro valori che sappiano guardare oltre il proprio giardino personale. A Givoletto c’è una tendenza diffusa, da parte di alcuni, di considerarsi gli unici detentori. Ma, come recita un nostro slogan,”Givoletto è di tutti” (sia detto per inciso: lo slogan fu coniato dall’eco designer Massimo Torassa, nostro concittadino, nel 2015 proprio in occasione della campagna elettorale):
di quelli che sono riconosciuti come Givolettesi “storici”, come di quelli che sono giunti a Givoletto a seguito di precise scelte dell’Amministrazione che ha deciso per l’incremento demografico del Paese; di coloro che sono sempre in prima fila nelle iniziative a favore della cittadinanza e del sociale, come di coloro che, appena trasferitisi, stanno faticosamente ma con impegno cercando di integrarsi.
Una considerazione banalissima: la legge elettorale prevede che per candidarsi devi essere cittadino italiano, godere dei diritti civili, cioè non essere stato interdetto. Non è previsto da nessuna parte, ovviamente, che devi avere un cognome conosciuto né che devi avere una specie di certificato che qualcosa hai fatto prima di candidarti. Non è prevista neanche la coerenza con ciò che hai fatto nel passato, cioè che ti sei candidato in altre liste in precedenti elezioni. Si può cambiare idea, è giusto che si possa fare, di per sé non è un argomento da usare. Ma allora qual è il problema?
Forse c’è un problema di visione della democrazia, di cosa si intende per democrazia: in questa visione manca esattamente il valore che segnala il nostro slogan “Givoletto è di tutti”. Chi vince le elezioni deve rappresentare tutti e non chi ha ottenuto solo la maggioranza relativa, perché per quanto sia difficile, è doveroso ascoltare tutti, anche quelli che non ti hanno votato, anche quelli che non conosci, anche i nuovi residenti.
Givoletto ha assistito ad un incremento così elevato di abitanti (siamo passati da 1700/1800 abitanti a quasi 4000 nel giro di pochissimi anni) che non sì è pensato di dare il tempo e gli strumenti ai nuovi abitanti di “integrarsi”. Abbiamo sentito Givolettesi lamentarsi del proprio vicino, di mancanza di rispetto dell’altro. Il nostro compito, una volta eletti, è proprio quello di creare le condizioni di una migliore convivenza attraverso scelte che facilitino l’integrazione tra nuovi residenti. Molti lamentano che Givoletto sia una specie di dormitorio e ci siano poche occasioni di interagire tra “vecchi” e “nuovi”. La scuola è un ottimo veicolo, ma quando si finisce il rischio di perdersi di vista è elevato.
Allora, prima di decidere cosa votare, vi invitiamo a pensare come si vuole “Vivere Givoletto”.
Ciò che deve contare è il programma e basta cliccare qui sotto per visionarlo o scaricarlo.